Ora gli scienziati vogliono il litio nell’acqua potabile per prevenire i suicidi. Non è una novità, nel 1929 la bevanda 7 Up quando fu venduta proprio con l’aggiunta del litio. Un nuovo studio pubblicato sul ‘British Journal of Psychiatry’ finanziato dal King’s College di Londra e testato da trent’anni di ricerca in Austria, Grecia, Italia, Lituania, Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. rileva un legame tra il litio nell’acqua potabile e livelli di suicidio più bassi. I dati attuali mostrano che ci sono circa 800.000 suicidi all’anno. È la seconda causa di morte tra i 15 ed i 29 anni a livello globale. Sfortunatamente, le prove dimostrano che l’isolamento e lo stress economico causati dal COVID-19 potrebbero amplificare questa tendenza e portare a un aumento dei suicidi. Per gli scienziati questa sarebbe la soluzione per evitare suicidi e ridurre l’aggressività. Negli scaffali nel 2021 troveremo bevande al litio e alla teanina. La PepsiCo Inc. ha una nuova aggiunta alla categoria delle bevande “funzionali” in arrivo a livello nazionale a dicembre: Driftwell, una bevanda che mira ad aiutare i consumatori a rilassarsi e ad addormentarsi.
Ma per quanto riguarda la dose? Trasformerebbe in un zombi?
L’utilizzo del litio è indicato per la profilassi e il trattamento di:
- Stati di eccitazione nelle forme maniacali e ipomaniacali;
- Stati di depressione o psicosi depressive croniche nelle psicosi maniaco-depressive.
Se la concentrazione ematica è troppo bassa, la sintomatologia del paziente non verrà alleviata; se la concentrazione ematica è troppo elevata, invece, possono manifestarsi pericolosi effetti tossici. Prima di iniziare la terapia a base di litio carbonato è bene controllare la funzionalità cardiaca, renale e tiroidea. I controlli di tali funzioni devono essere continuati durante tutto il periodo di trattamento. Durante la terapia con litio deve essere eseguito un regolare monitoraggio della crasi ematica dei pazienti. Va usata cautela nella somministrazione di litio in pazienti affetti da preesistenti patologie cardiovascolari e/o con un’anamnesi di prolungamento dell’intervallo QT (il tempo necessario al miocardio ventricolare per depolarizzarsi e ripolarizzarsi). Il trattamento a base di litio non deve essere iniziato in pazienti con insufficienza renale. Si sconsiglia la terapia con litio in pazienti affetti dal morbo di Addison o che si trovano in condizioni associate a una deplezione di sodio, poiché la tossicità del litio è aumentata dalla deplezione di sodio. Il trattamento con litio è altresì sconsigliato in pazienti debilitati e/o disidratati, poiché può manifestarsi una ridotta tollerabilità al farmaco. Devono essere usate particolari cautele nella somministrazione di litio in pazienti affetti da miastenia grave (una patologia della placca neuromuscolare), poiché il litio può causare un’esacerbazione della malattia. L’interruzione brusca del trattamento con litio può aumentare il rischio di ricadute, perciò è consigliata una sospensione graduale sotto stretto controllo medico. In caso ci si debba sottoporre a terapia elettroconvulsivante (TEC), è necessario sospendere l’assunzione di litio almeno una settimana prima dell’inizio della TEC. La terapia a base di litio dovrebbe essere sospesa 24 ore prima di interventi chirurgici maggiori, perché la ridotta clearance renale (volume di plasma che i reni riescono a depurare nell’unità di tempo) indotta dall’anestesia può portare ad un accumulo di litio. L’assunzione di litio dovrebbe poi ricominciare nel più breve tempo possibile dopo l’intervento. Il litio carbonato può compromettere la capacità di guidare veicoli e di utilizzare macchinari.